L’ immaginario collettivo associa la possibilità di lesione muscolare ad un evento caratteristico della pratica sportiva. La realtà è che l’evento lesivo è spesso legato a delle contrazioni muscolari rapide e spesso violente, che possono fare parte della vita di chiunque e in qualunque momento della giornata. Se una persona deve svolgere il suo allenamento, che si tratti di palestra, corsa, nuoto, sport di squadra o di combattimento, è molto probabile che inizi la sua sessione di allenamento con una fase di riscaldamento. Nella nostra quotidianità, al di fuori della pratica sportiva, raramente ci “scaldiamo” prima  di sollevare le buste della spesa o spostare un mobile in casa, o sollevare la bacinella con i panni appena usciti dalla lavatrice. Ai nostri muscoli però importa ben poco se noi siamo allo stadio o al supermercato e di conseguenza il rischio di farsi male è maggiore proprio nei movimenti che noi sottovalutiamo.

Case report 

Il case report descritto in questo articolo tratta infatti di una paziente che si è trovata di fronte ad una situazione simile. 

Rita è un medico e lavora in ospedale. In un frangente concitato di un trattamento ha dovuto compiere un movimento brusco e non controllato per afferrare una barella al di sopra della quale il paziente rischiava di cadere. Nel compiere questo gesto nobile, la nostra paziente ha avvertito un “ forte dolore seguito immediatamente da un bruciore sul compartimento postero-esterno della gamba”.Inizialmente l’episodio è stato archiviato come niente di grave, ma la sintomatologia dolorosa è aumentata fino ad arrivare all’impotenza funzionale.

Il giorno seguente, al persistere della sintomatologia, i colleghi della dottoressa  suggeriscono un’indagine strumentale e effettuano una  risonanza magnetica, il cui referto riportava:

“…raccolta fluida con spessore massimo di 5mm in sede perifasciale dall’estremità del grande trocantere fino al terzo prossimale del vasto laterale… quadro compatibile con ematoma itermuscolare con verosimile lacerazione della fascia…”

A distanza di qualche giorno la dottoressa si è presentata nel nostro centro grazie all’ausilio di bastoni canadesi ( stampelle) perché non poteva camminare. Presa visione della paziente ed eseguita la nostra valutazione funzionale, alla luce dell’indagine strumentale correlata, la decisione è stata quella di ricorrere all’utilizzo di Youtecar; al fine di rimuovere il vasto ematoma che verosimilmente era alla base del dolore. 

La prima applicazione non è stata eseguita con la modalità classica con la piastra in opposizione al manipolo, ma grazie alla possibilità offerta da Youtecar, abbiamo scelto di utilizzare il manipolo capacitivo bipolare a bassa tensione da 80mm. Quest’ultimo cede maggiore energia in superficie, ed è quindi ideale per un trattamento drenante. La rimozione dell’edema si può ottenere con percentuali bassissime di potenza erogata, e se il trattamento viene eseguito in abbinamento con un  massaggio molto leggero, si può facilmente icorrere in un sostanziale miglioramento del quadro del paziente. Nel caso in questione abbiamo ottenuto immediatamente un effetto benefifico sulla paziente che ha riferito un passaggio di dolorabilità sulla scala VAS da 8/9 a 4. Abbiamo abbinato alla seduta eseguita con Youtecar un bendaggio compressivo eseguito con materiale elastico nel versante interno della coscia e anaelastico sul compartimento esterno.

Preso atto della situazione e della pericolosità a livello di compressione dei tessuti molli e dei tessuti vascolari che può esercitare uno travaso ematico, la scelta è stata quella di ritrattare la paziente altre 2 volte nell’arco di 72 ore con la stessa modalità.

Alla fine del terzo trattamento la paziente ha potuto lasciare il nostro centro per rientrare a casa senza stampelle e senza dolore. 

Nei giorni successivi, abbiamo proseguito il nostro iter terapeutico passando all’utilizzo dell’elettrodo capacitivo bipolare a bassa tensione del diametro di 64mm, per passare ad una fase più dinamica del trattamento, con movimenti attivi della paziente e contrazioni muscolari concentriche a bassa intensità, per poi progredire col progresso del quadro clinico.

La soddisfazione della paziente per la recuperata autonomia e la completa risoluzione del dolore è stata massima.

Abbiamo voluto avere la certezza che il pericolo di necrosi tessutale da compressione, eventualità di una pericolosità molto elevata, fosse scampato del tutto. La nostra paziente si è allora sottoposta non ad una, ma a ben due indagini ecografie, che hanno confermato il completo riassorbimento dello travaso ematico precedentemente accertato e la cicatrizzazione dei tessuti lesionati come confermano i referti.

Un ottimo macchinario come Youtecar, abbinato ad  una corretta scelta terapeutica, possono aiutare a  migliorare la qualità della vita delle persone. Un costo ridotto, la sua facilità di utilizzo e la risoluzione di problematiche come quella appena descritta sono degli argomenti più che validi per fare questa scelta.

Anche in questo caso, sia lo staff dello studio Kiness che la paziente possono dire: grazie Youtecar!

Dott. Marco Angius

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